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Il feto piange nella pancia della mamma: dimostrazioni

Il bambino prenatale è capace di piangere: ecografie, sviluppo e affetto materno

feto piange nella pancia

Siete tra le numerose persone che si chiedono come imparino i neonati a piangere? E se sapessero farlo già quando sono nella pancia della mamma? Proprio così, se vi è balenata in mente questa idea non vi sbagliate. Il feto nel grembo materno piangerebbe, lo sostiene la scienza. Il pianto, quindi, si aggiungerebbe ai quattro comportamenti del bambino prenatale che già si conoscevano: sonno attivo, sonno tranquillo, veglia attiva e veglia tranquilla. Ma vediamo cosa è stato scoperto a proposito della capacità di piangere del feto nella pancia della mamma.

Il feto piange nella pancia della mamma: gli studi che lo dimostrano

Il primo a scoprirlo è stato Stuart Campbell, ginecologo americano che, tramite ecografie realizzate con scanner 4D, ha ripreso la capacità dei bimbi nella pancia di fare espressioni facciali, tra le quali anche quelle collegate al pianto.

Dello stesso strumento si sono avvalsi anche altri studi per analizzare le reazioni del feto a stimoli vibro-acustici. È stata la pediatra Jeannie Gingras a evidenziare le risposte del bimbo alle sollecitazioni, già alla ventottesima settimana di gravidanza: tremolio delle guance, movimento di bocca e lingua, chiusura degli occhi e sopracciglia aggrottate. Esattamente la tipica mimica facciale del pianto.

A confermare la tesi è anche il fatto che nei casi di nascite premature, già dopo 24 settimane di gestazione, i neonati riescono a piangere con tanto di lacrime e di singhiozzi. Ciò significa che ne sarebbero già capaci, nonostante non siano completamente pronti al loro gran debutto nel mondo.

Il feto piange nella pancia della mamma: una questione affettiva

Non si tratta solo di sviluppo naturale umano, ma anche di affetto e vicinanza con la mamma. Abbiamo capito bene. Molti studiosi sono convinti che il feto nel grembo materno riesca a percepire gli stimoli che arrivano dall’esterno, principalmente dalla sua mamma che rappresenta il suo tramite con il mondo. E proprio gli stati d’animo di colei lo porta nella pancia influiscono anche su quelli del bambino. Tristezza, ansia, angoscia o depressione vengono percepiti dal feto che ne riesce a distinguere la natura e la qualità.

È emerso che questi sentimenti possono influire negativamente sul suo sviluppo. In particolare, possono portare anche a problemi psichici e neurologici nel feto, soprattutto se prolungati nel tempo, per effetto dei segnali chimici ricevuti tramite la placenta. È anche per questo motivo che alla madre si consiglia spesso di vivere la gravidanza nella maniera più serena possibile.

Written by Francesca Pasini

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